Tante volte nella tua Comunità R/S hai sentito parlare di “scelta politica” ma forse non sei mai riuscito a farne tuo il significato, ti riesce difficile razionalizzare questo concetto astratto in qualcosa di concreto. Siamo qui per te! Con il cantiere “Camminando su confini di pace” costruiremo insieme un percorso nel quale potrai “toccare con mano” le motivazioni che ti fanno rispondere personalmente con il tuo “Eccomi” alle diverse chiamate al Servizio, che danno a questo servizio un senso e una valenza politica.

Faremo questo cammino, anche fisico, nell’approcciarci alle realtà che si occupano di accoglienza ai migranti, proveremo a farci “prossimi” a loro, a scoprire le storie difficili e delicate che caratterizzano queste persone scartate dalla società o lasciate ai margini, per provare ad affinare il nostro orecchio rispetto a quei bisogni – che ognuno può ritrovare nella propria realtà – spesso non ascoltati ma verso i quali possiamo essere, con i nostri limiti e la nostra semplicità, portatori di Speranza, artigiani di Pace, testimoni dell’Amore vero.

Per scegliere di partecipare a questo cantiere non devi essere un esperto di flussi migratori o sapere già tutto sul tema dell’accoglienza! Quella che vogliamo costruire insieme è una nuova esperienza di servizio attivo, di ascolto di sé e del diverso, di appropriazione del ruolo di “portatori di pace”. Consigliamo l’iscrizione a quei rover e a quelle scolte appartenenti a clan che non hanno già vissuto esperienze simili nel recente passato, con l’obiettivo di sensibilizzare i partecipanti e le loro comunità a tematiche che magari fino ad ora erano ancora inesplorate.

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Cara Scolta, caro Rover

durante il cantiere “E…state al Fresco” sarai accompagnato in un’esperienza di servizio all’interno del carcere minorile di Bologna: l’evento non vuole limitarsi a proporti una semplice esperienza di presenza ma, attraverso il servizio, proveremo insieme a riflettere sulle cause della devianza e dell’immigrazione minorile ragionando sui temi della legalità, della giustizia e della libertà.

Mediante l’incontro con l’altro sarai chiamato a condividere con i minori ristretti l’esperienza del limite ma anche dell’impotenza di fronte alla fatica del loro cambiamento, nel tentativo di sospendere il giudizio per imparare a nutrire una speranza più grande.

Il cantiere si strutturerà come una sorta di “formazione in azione”, contribuendo a rinforzare le ragioni della Fede cristiana declinate e profondamente radicate nella scelta politica per un mondo più giusto.

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Casal di Principe, 19 Marzo 1994, ore 07.30 un killer entrò nella sacrestia della Chiesa di San Nicola di Bari e chiese: ” chi è Don Peppe?”, Don Peppe rispose: “Sono io”. Quattro colpi di pistola divennero la sua croce. Secondo la miopia camorristica, quella mattina, doveva essere una conclusione. La camorra quella mattina commise il più grande errore strategico!! Il seme della speranza che don Peppe testimoniava e coltivava in tante coscienze, ormai era stato piantato!! Non fu una conclusione, ma un grande e profondo inizio!!

“Le Terre di Don Peppe Diana” sono il frutto di tante donne e uomini che una sera di primavera, si addormentarono con un sogno e si svegliarono con un progetto!!!

Partendo dal riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, oggi luoghi di lavoro, integrazione ed accoglienza. Le terre di don Peppe Diana sono diventate quel modello economico e sociale che don Peppe sognava e stava provando a costruire.

Le Terre di don Peppe Diana sono un modello nazionale che oggi non ha confini territoriali, in cui ci si conosce e riconosce negli stessi valori, che sono quelli del Vangelo e della Carta Costituzionale. E’ una dimensione fisica ma nel contempo, proiettata già al ritorno a casa, con la consapevolezza che nel nostro Paese non ci sono realtà immuni dal fenomeno mafioso e che le stesse mutano, adeguandosi ai territori ed agli abitanti!!

Abbiamo occhi aperti e adeguati? Orecchie attente? Cuori orientati al cambiamento ed al riscatto? Le nostre sono mani pulite, ma le teniamo in tasca o proviamo a sporcarcele? Il cambiamento e la bellezza si delegano o si costruiscono insieme? Che valore ha la memoria nel presente? I tanti interrogativi, saranno le fondamenta della cattedrale che il cantiere vorrà costruire.

Le risposte l’abbelliranno e la renderanno unica!!!

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Il cantiere, attraverso servizi e incontri, vuole armonizzare l’impegno personale e concreto di ciascun partecipante con la scoperta e conoscenza della storia del cambiamento avvenuto in Sicilia in seguito ai fatti di mafia che hanno condizionato la vita del Paese e che riguardano il tema della legalità e della partecipazione attiva.

Il luogo è emblematico: proprio nel sito oggi chiamato Base “Volpe Astuta”, secondo quanto riportato negli atti dei maxi-processi alla mafia, si sono svolti gli incontri e le trattative tra noti politici dell’epoca e i boss mafiosi, incontri che hanno pesantemente determinato le sorti del Paese durante gli anni ‘80. Fondo Micciulla è stato il “Caput Mundi” del potere mafioso (“Confiscateli, storie di mafie e rinascite” di F. Trotta – Ed. Falco).

Vi saranno incontri significativi e l’esperienza di tutto il cantiere verrà sintetizzata attraverso una Veglia R/S aperta al pubblico e che tradizionalmente si svolge il sabato sera.

È adatto per chi è sui passi di scoperta come su quelli di competenza o responsabilità, poiché consegna al rover/scolta un mandato specifico a seconda del momento del suo percorso personale.

Per saperne di più.

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