“Manda me”: per i rover e le scolte è tempo di mettersi al servizio

Si sta aprendo un tempo nuovo per il nostro Paese e la Chiesa. Nuovi bisogni affiorano e ci sentiamo chiamati a rispondere alle richieste di supporto dei nostri territori.

E’ tempo di mettersi al servizio, anche più di prima.

Educare uomini e donne della Partenza

Ci sembra innanzitutto fondamentale rimettere al centro il senso dell’educazione al servizio del prossimo per i nostri ragazzi. Dobbiamo proporre ai ragazzi messaggi chiari, alla luce delle scelte che mettiamo in atto in momenti di “crisi”: il servizio può diventare uno stile di vita che ci chiama nel quotidiano, come nei momenti di bisogno particolare e urgente.

La proposta di servizio che facciamo ai nostri rover e scolte è significativa proprio perché vissuta e contestualizzata nella realtà e nel tempo che viviamo.

Meriti fiducia!

Come associazione educativa che sa camminare a fianco dei ragazzi e offrire, sin da piccoli, spazi di autonomia e responsabilità, pensiamo di dover esercitare una sincera fiducia nei confronti dei ragazzi, oggi. Protagonismo, partecipazione, piena dignità… sono parole che hanno arricchito il nostro cammino associativo più prossimo: dobbiamo riconoscere questa piena fiducia verso i giovani (e di testimoniarla anche all’esterno, a chi non riconosce le loro potenzialità).

È chiaro, lo sappiamo bene, che questa fiducia va sostenuta dal nostro ruolo educativo e da riflessioni attente e puntuali. Ma non possiamo esimerci e non possiamo lasciare i nostri ragazzi ad osservare… crediamo sia per loro nuovamente il tempo di servire.

Accanto al senso educativo crediamo vi sia altresì un valore socio-politico nell’aprire il servizio, anche ora, ai rover e alle scolte. Questo tempo accende (o può accendere) un forte senso di responsabilità verso il proprio territorio e verso la comunità più ampia di appartenenza. Mettersi al servizio oggi ci sembra una chiamata irrinunciabile come Associazione, un dovere che riguarda ognuno di noi, nella misura della disponibilità di ciascuno e dei carismi che ci appartengono.

Crediamo anche che proporre alla società i giovani come interlocutori attivi nella vita della loro comunità e non come fruitori passivi di servizi sia esso stesso un valore che siamo chiamati ad affermare, proprio in virtù del carisma fondamentale del nostro essere educatori.

Ancora una volta ambiamo a educare uomini e donne della Partenza che sappiano fare una solida scelta politica, che sappiano avere a cuore il proprio Paese e spendersi per esso.

Ma vogliamo anche dichiarare che questi giovani non sono solo il futuro della società quando saranno grandi, ma possono abitare con dignità e valore il presente. Questo è per noi il momento in cui riconoscere il ruolo che possono e devono avere nell’Italia di oggi (e di domani) e nella Chiesa.

Quali attenzioni sono necessarie nel servizio degli R/S in questo tempo?

  • SERVIRE. Ci sembra utile che si valorizzi qualsiasi esperienza di servizio  e che, come sempre, venga recuperata e riletta insieme ai capi e alla comunità. Questo può rafforzare anche l’idea che servire è vera esperienza incarnata nella vita (e non una porzione del proprio tempo).
  • PONDERARE. È fondamentale individuare con attenzione le esperienze di servizio, superando il rischio di “interventismo” non ponderato. È utile lavorare con le istituzioni e in rete con altre associazioni già al servizio per coordinare energie, condividere competenze, pianificare attentamente possibilità di impegno, evitando in modo assoluto iniziative personali o isolate.
  • PROPORRE. L’esperienza di servizio deve rimanere una proposta libera, che può essere accolta o meno da ciascun ragazzo, nel dialogo e confronto con la comunità, i capi, le famiglie.
  • SCEGLIERE. È il “processo” stesso di scelta a essere già educativo:
    • Ciascuno deve riconoscere i propri sentimenti, le proprie paure, le proprie spinte, accettarle e dare loro un nome. Se un servizio mi spaventa… ci sarà altro che potrò fare, senza vergogna ma nella totale libertà e nella piena dignità di qualsiasi forma e modalità di aiuto. La comunità sarà chiamata a rispettare e accogliere qualsiasi scelta (e così anche i capi);
    • La scelta dovrà anche tener conto del contesto di vita di ciascun ragazzo: qual è la mia situazione familiare? Ci sono persone fragili che devo proteggere? La famiglia deve essere necessariamente coinvolta nella scelta.
  • VALORIZZARE. È fondamentale dare valore non solo ai servizi a contatto con le persone ma anche a quelli “contact less”, da svolgere con delle diverse condizioni di sicurezza, o da realizzare, come nel corso della fase 1, anche da casa. Ciascuno può essere utile e deve sentirsi tale!
  • TUTELARE. Resta ferma la necessità di assicurarsi, sempre, il rispetto delle normative in corso, l’adozione delle misure atte a garantire la sicurezza delle persone coinvolte, l’individuazione di adeguate modalità di intervento.

Giorgia Sist e Alessandro Denicolai

Incaricati nazionali alla Branca R/S con la pattuglia nazionale e gli incaricati regionali di Branca

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